martedì 19 novembre 2013

The Walking Dead - Episodio 4.6: L'esca

Ci sono state due puntate in The Walking Dead in cui non abbiamo visto Rick e il suo gruppo. La prima era “Benvenuti a Woodbury”, la seconda l’abbiamo vista ieri sera.
Non è un caso che entrambe le puntate fossero dedicate al Governatore, e non è un caso che entrambe avessero il compito di “introdurre” il personaggio.

Benvenuti a Woodbury ci presentava un altro mondo, un mondo lontano dalla prigione, con un altro leader. Un leader opposto a Rick: bugiardo, manipolatore, irrimediabilmente spinto verso il Male ma anche incredibilmente motivato. Il Governatore, se non altro, non ha mai avuto dubbi sul da farsi: ha scelto da che parte stare e non si è più mosso da lì. Al contrario di Shane, ad esempio, che rincorrendo il ruolo di leader (e di padre, e di amante) che si era visto “strappare” da Rick, aveva scelto la stessa strada ma senza averne il coraggio. Shane si nascondeva dietro bugie dette per giustificare la vigliaccheria delle proprie azioni. Il Governatore usa le bugie per manipolare gli altri, per ottenere quello che vuole: il controllo. 
Il controllo totale del suo piccolo mondo dorato, Woodbury, che ieri sera è finito in fiamme. Il Governatore è uno di quelli “o mio, o di nessuno”. Non accetta mezze misure, non prevede il fallimento. L’abbiamo conosciuto così, ma ieri sera abbiamo dovuto conoscerlo di nuovo. Gli autori hanno replicato un episodio introduttivo per una figura carismatica, ambigua e di conseguenza affascinante. 
Quando il mondo del Governatore muore, lui muore con lui. Si aggira per mesi, abbandonato dai suoi stessi “fedelissimi”, come uno zombie in mezzo agli zombie. Non ha più il sogno di ricostruire il mondo, non ha più uno scopo. Poi il destino lo mette sulla strada di Tara, Lily e Megan. E improvvisamente “Brian” (il Governatore, Philip, si nasconde sempre sotto un falso nome: cela la sua vera identità perché appartiene alla vita “morta” insieme alla sua famiglia) ritrova uno scopo. Spiegare a Tara come si ammazzano gli zombie. Prendere il backgammon del vicino per far sorridere Megan. Uccidere il nonno per salvare le sue figlie, rischiando di perdere l’affetto della ragazzina nella quale rivede sua figlia. I bambini mantengono intatta la loro visione semplice delle cose, ti tengono vivo con il loro sguardo disincantato sull’orrore. Ti riportano dove dovevi essere: concentrato sulle cose che contano.
La simbolica cancellazione dell’uomo che era prima, con il suo volto nascosto dalla foto di famiglia, arriva nel momento in cui il Governatore prende una decisione: sa benissimo che Megan e Lily rappresentano un surrogato della sua defunta famiglia. Non è così stupido da lasciarsi ingannare. Semplicemente, sceglie di abbandonarsi a quel desiderio, al desiderio di avere ancora qualcuno da amare e da accudire. Qualcuno da proteggere. E brucia la foto di un passato che non gli appartiene più.
Quando finisce in trappola con Megan e gli zombie, in una delle “trappole” che egli stesso aveva predisposto (ricordate? Servivano per catturare gli zombie per le “feste” di Woodbury...), non ha dubbi. 
Ha dato fuoco a Woodbury, l’ha riconsegnata agli zombie perché il suo sogno è stato infranto. Rick Grimes, l’ha infranto...
Il Governatore è andato avanti per inerzia, spinto da un istinto di sopravvivenza più marcato di quello mostrato da quasi tutti gli altri personaggi. Ma andare avanti per inerzia è ben diverso dall’avere uno scopo. Così, dopo averci tenuti col fiato sospeso per quasi mezz’ora (mi aspettavo che sterminasse la famigliola. Sarebbe stata una svolta interessante), “Brian” rischia la vita per aiutare Lily, Tara, Megan e il nonno, al quale sfonda il cranio con un eccesso di zelo che rivela tutta la sua frustrazione. Ma anche la sua determinazione: il suo piano è fallito? Benissimo. Ci abbiamo pianto sopra abbastanza. È il momento di ricostruirlo e di ricostruirsi
Rick Grimes aveva vacillato dopo la morte di Lori: tenere al sicuro la sua famiglia era in cima alla lista delle sue priorità e perdere la moglie l’aveva gettato sul baratro della follia. Al Governatore è successa la stessa cosa.
Ora, però, anche lui è di nuovo pronto a combattere.
A mettere fuori gioco tre zombie a mani nude, con la sola forza della determinazione. 
A promettere a Megan che non lascerà che le accada nulla di male.

Ad affrontare Martinez, che l’aveva abbandonato e ha la cattiva idea di ripresentarsi al suo cospetto. Non sapendo quello che sappiamo noi: il Governatore è tornato.

6 commenti:

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  3. Questa puntata mi è piaciuta perché è una di quelle in cui si mostra che i cattivi sono in fondo umani quanto i nostri beniamini, Il Governatore può essere una gran brutta persona, egoista, manipolatrice e disposta a tutto per i propri interessi, ma ha un lato fragile ed emotivo come tutti... E secondo me questa è una delle cose che può mettere in crisi lo spettatore, perché, lo ammetto, io stessa sono arrivata a provare compassione per lui e anche un certo amore per il suo personaggio. In un mondo di "tutti contro tutti", ritorna sempre il solito discorso: chi sono i buoni e chi i cattivi? Le motivazioni e le azioni di ognuno in un contesto di sopravvivenza sono difficili da giudicare e vanno analizzate dal punto di vista di entrambe le parti.
    Comunque mi aspettavo anch'io che facesse fuori la famigliola da un momento all'altro! :P

    Alessandra

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    1. :-D quanto hai ragione! Siamo disposti a commuoverci, a provare empatia… Ma anche ad aspettarci una strage da un momento all'altro. E' per questo che The Walking Dead è così speciale: ci fa riflettere sulla natura umana… Mentre ci ricorda di non sottovalutarla mai :-)

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  4. mi sono rimesso in pari, ero rimasto indietro di due settimane...
    che puntata Chiara! ottimo commento, come sempre... e titolo dell'episodio fuorviante, dopo l'ultima scena della settimana scorsa mi aspettavo che il Gov utilizzasse le sorelle e la bambina come esca per entrare nella prigione, mai avrei immaginato che l'esca fosse lui...
    aspettiamoci un bel confronto con Martinez (o forse una ritrovata unità d'intenti nel momento in cui Philip dimostra di aver riacquistato una certa parvenza di lucidità?)!
    ah, e a proposito della puntata della settimana scorsa: il Piano in cui crede Hershel sembra vacillare, per me non ci crede più nemmeno lui, quando Bibbia in mano si lascia prendere dallo sconforto nella cella davanti al cadavere del dottor S.; e la scena più toccante, quando il padre si fa chiudere nella cella con il figlio "perché sta dormendo", secondo me sapeva benissimo che era già morto e si è offerto in pasto volontariamente per andarsene con lui...

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    1. D'accordissimo sulla questione padre consapevole: lo sapeva che il figlio era morto. Però non credo che volesse farsi sbranare, penso volesse solo evitare che Hershel lo "trattasse", per piangerlo ancora un po'. Ad ogni modo: grandissima, questa stagione. La mano di Gimple sta veramente facendo la differenza, da molti punti di vista. Mi aspetto grandi cose :-) Grazie e a presto!

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